In Sudtirolo, se un madrelingua tedesco vuole insultare gli italiani li chiama Walschen[1][2] (o Waltschen[3]), mentre se un italiano intende fare lo stesso coi tedeschi li chiama crucchi.
Senza farci coinvolgere dalla emozioni, cerchiamo di analizzare la cosa con distacco.
Con ogni verosimiglianza, l'aggettivo walsch si rifà all'antico popolo celtico dei Volcae: in seguito a spostamenti di popolazioni, che hanno probabilmente fatto subentrare genti latine nel luogo dove vivevano tali celti, le tribù germaniche hanno continuato a chiamare i nuovi vicini con lo stesso nome usato per identificare i precedenti abitanti[4].
Così Italia in polacco è Włochy, e l'antico nome della Romania è Valacchia.
Il medesimo termine è usato dai fiamminghi per riferirsi ai francofoni (waalse, ossia valloni), dagli svizzeri per identificare le popolazioni di lingua romancia (welsch), dagli inglesi per indicare i gallesi (welsh); e naturalmente dagli austriaci per riferirsi agli italiani (welsch, di cui walsch è la versione dialettale sudtirolese), anche se nel termine austriaco non c'è connotazione spregiativa[5].
L'origine della parola crucco deriva invece dal serbo-croato kruh, che significa pane: durante la Grande Guerra, infatti, in questo modo erano soprannominati con dileggio i prigionieri slavi che, affamati, chiedevano cibo nella loro lingua. L'uso s'è poi esteso a tutti i nemici e alla fine è rimasto legato ai soli tedeschi.
Insomma, se un sudtirolese di lingua tedesca vuole offendere un italiano gli dà del celtico, mentre se l'italiano vuole rendergli pan per focaccia gli dà del pane serbo! È bizzarro il modo in cui la gente cerca di ingiuriarsi!
Hanspeter Demetz, Lexicon Südtirolerisch-Deutsch. Wörterbuch und Übersetzungshilfe für Fremde, Touristen und Zugereiste, Rætia, Bozen, 2008, ISBN: 88-7283-303-5 - pag. 206
Alexander Larch, Angelika Unterholzner, Sprechen Sie Südtirolerisch. Ein Sprachführer für Einheimische und Zugereiste, Ueberreuter, Wien, 2004, ISBN: 3-8000-7047-2 - pag. 86
Josef Tscholl, Vocabolario Sudtirolese, A. Weger, Bressanone, 2003, ISBN: 88-85831-94-X - pag. 178
André Martinet, L'indoeuropeo. Lingue, popoli e culture, Editori Laterza, Roma, Bari, 1987, ISBN: 88-420-2937-8 - pag. 19
Fino alla fine della prima guerra mondiale, il Trentino era detto Welschtirol (ovvero Tirolo Italiano). Per i fautori dell'unione pantirolese, l'intero territorio dovrebbe andare da Kufstein (punto più settentrionale del Tirolo austriaco) a Borghetto (all'estremità sud del Trentino):
Mi è stato segnalato che oltre a crucco, in Sudtirolo le persone di madrelingua tedesca vengono talvolta insultate con gli epiteti tamocco e trallo: quest'ultimo fa riferimento agli attentati ai tralicci compiuti da tedescofoni negli anni '60 del XX secolo.
Per quanto riguarda tamocco, ne ignoro l'etimologia; il Dizionario cembrano dell'Aneggi cita la voce tamòco[1], ma non sono sicuro che si tratti della stessa parola.
Attendo eventuali segnalazioni di altri spregiativi per gli italiani.
Aldo Aneggi, Dizionario Cembrano (triangolo Sovér, Montesovér, Piscine). Parole e cose, frasi, modi di dire, proverbi del dialetto della valle di Cembra, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all'Adige (Trento) - pag. 162: tamòco - agg. e s.m. - sempliciotto, goffo.