Il Sudtirolo fin dagli anni 20 del XX secolo è stata un'area geografica molto legata al corpo degli alpini, e costituisce pertanto un aspirante ideale ad ospitarne il raduno nazionale.
Nel 2009 è stata presentata una candidatura formale per avere l'adunata a Bolzano nel 2010, ma su questa c'è stato un veto politico da parte della Südtiroler Volkspartei: a quanto pare la maggioranza dei germanofoni avrebbe inteso l'avvenimento come una provocazione da parte degli italiani. Infatti il 2010 è l'anno delle celebrazioni hoferiane, in occasione del duecentesimo anniversario della morte di Andreas Hofer[1].
Per chi non sapesse di chi sto parlando, dirò, in sintesi furiosa, che Hofer fu un oste della val Passiria il quale, alla guida delle truppe tirolesi, nel 1809 combatté contro le armate napoleoniche, bavaresi e sassoni, opponendosi all'assegnazione del Tirolo alla Baviera. Vinse diverse battaglie e, per un breve periodo, fu anche comandante supremo del Tirolo, ad Innsbruck. Tradito dal cosiddetto Giuda del Tirolo venne catturato dai francesi, portato a Mantova e là fucilato.
Cattura di Andreas Hofer alla Pfandleralm,
il 28 gennaio 1810[2]
Su di lui sono stati scritti molti libri: alcuni agiografici, altri che ne evidenziano i limiti. Quel che mi preme sottolineare qui, però, è semplicemente che l'eroe della Passiria, così come il canto Zu Mantua in Banden[3], a lui dedicato e che dal 1948 è l'inno del Tirolo austriaco, sono da certuni considerati simboli dell'orgoglio sudtirolese tedesco contro lo straniero italiano.
In realtà fra le file di Andreas Hofer c'erano molti combattenti di madrelingua italiana: il Trentino intero faceva infatti parte del Tirolo (era detto Welschtirol, ossia Tirolo italiano) e fino alla prima guerra mondiale era difeso da truppe locali di Schützen (in dialetto trentino sizeri: a questo link potete vedere un sizer dell'inizio del secolo scorso); tra le file tirolesi, nelle battaglie del 1809, ci furono circa 4000 morti trentini[4].
Quindi Andreas Hofer combatteva a fianco degli italiani, contro francesi e tedeschi bavaresi!
Alla luce di ciò non capisco come il raduno degli alpini possa essere considerato un'interferenza all'anniversario hoferiano; né mi pare corretto che la sua figura sia fraintesa e strumentalizzata per una contrapposizione etnica.
Insomma, dopo essere stato trascinato a Mantova in catene, ora il povero Hofer è incatenato ad uno stereotipo in cui non credo si riconoscerebbe; don Paolo Renner, argutamente, sottolinea che Andreas, da bravo oste, era perfettamente bilingue!
Sempre a proposito di Hofer, ma anche di Josef Mayr-Nusser (oppositore sudtirolese al nazismo) e della situazione altoatesina in generale, è di recente[5] uscito per i tipi di Raetia un saggio interessante: «Contro i miti etnici», dell’antropologo Stefano Fait e del giornalista Mauro Fattor. L'ho appena[5] comprato, e mi accingo a leggerlo.
È stato in seguito trovato un accordo, e l'adunata si terrà a Bolzano nel 2012
Da notare la versione tirolese per il nome del mese (Jänner, invece del tedesco standard Januar). L'immagine è tratta da pagina 46 de L'Alto Adige dei famosi. In gita con Ötzi, Sissi e Pertini, di Luisa Righi e Stefan Wallisch, Folio Editore, Vienna-Bolzano, 2007, ISBN: 978-88-86857-82-6
A Mantova in catene. Fin dal XIX secolo dell'inno esiste anche una versione in italiano, di don Lorenzo Felicetti
Claus Gatterer - In lotta contro Roma. Cittadini, minoranze e autonomie in Italia, Praxis 3, Bolzano, 2000 (citato a pagina 82 di Storia E. Rivista quadrimestrale della Sovrintendenza Scolastica di Bolzano, anno 6 - 2008)