Il corpo degli Schützen (i sìzeri)

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Dal sedicesimo secolo e fino al 1918, il Tirolo ha avuto il privilegio di essere difeso da truppe locali composte di valontari: gli Schützen ; nell'impero Austro-Ungarico venivano denominati Kaiserschützen, ossia Schützen dell'imperatore. In dialetto trentino erano detti sìźeri o scìźeri, adattamento della pronuncia sudtirolese Schitzen.
La parola tedesca Schütze significa tiratore: si trattava quindi di "bersaglieri".
Essi, infatti, in tempo di pace praticavano lo sport del tiro al bersaglio: nel settecento utilizzavano un'arma corta a canna rigata, lo Stutzen, che per l'epoca era dotata d'incredibile precisione.
Furono queste truppe e questi fucili che in Val di Cembra decisero le sorti della battaglia napoleonica di Segonzano, nel 1796.
Questo combattimento, a causa del forte impatto per la coscienza tirolese, è stato accostato alla disfatta napoleonica di Bergisel (Austria), nel 1809, per opera dei patrioti tirolesi comandati da Andreas Hofer, tanto che talvolta Segonzano viene detta la Bergisel von Welschtirol (Bergisel del Tirolo italiano, ossia del Trentino).

In tempo di pace, oltre a dedicarsi al tiro a segno, i sizeri svolgevano le attività di cui oggigiorno si occupano la protezione civile e i vigili del fuoco.

Tuttora in Tirolo (anche in quello austriaco ma specialmente in Alto Adige) vi sono persone che si considerano continuatori dello spirito degli Schützen (vedi ad esempio il sito Südtiroler Schützenbund, in tedesco); oramai, pur in un'epoca in cui i popoli europei cercano di unirsi, tale termine ha assunto un connotato di rivendicazioni nazionalistiche dei Tirolesi di lingua germanica.

L'ultima volta in cui la compagnia degli Schützen è stata impegnata in combattimenti, è stata in occasione della Prima Guerra Mondiale. Già nel 1914, alcune decine di battaglioni di Schützen, armati di fucili Mannlicher, carabine Werndl o Mauser tedeschi, erano stati schierati a difesa del territorio tirolese; il loro effettivo ingresso in guerra avvenne nel maggio 1915, quando il Regno d'Italia attaccò l'Austria sul confine trentino.

L'immagine qui sotto ritrae un sizer cembrano: Giuseppe Vicenzi, detto el Bepo Reʒin.
La foto è stata scattata nel 1914, a Pergine Valsugana (TN), in occasione della chiamata alle armi degli Schützen per la Grande Guerra.

    Giuseppe Vicenzi (Bepo Reʒin)
    Teaio (Segonzano [TN])  1879-1951 1

Il Bepo sopravvisse alla guerra, poté tornare alla sua famiglia e vivere in Val di Cembra ancora per molti anni.

L'origine del soprannome di famiglia (Reʒin) mi è ignota: forse deriva da regina.
Sempre a proposito di soprannomi, gli abitanti di Teaio sono detti Crecoli (o Crecoi), da una parola "regionale" tedesca che indica rustici zoccoli chiodati, fatti di legno e cuoio (quelli che in cembrano sono detti dàlmedre).

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© 2006, Fabio Vassallo